Nella storia della nostra città un aspetto tenuto da sempre in grande considerazione è quello sanitario. Fra i medici ricordiamo due nomi su tutti: Giovanni Michele Bertipaglia e Taddeo Santa Sofia, entrambi laureati e attivi a Cittadella nel XV secolo. Ma troviamo anche chirurghi, flebotomi, cerusici e, infine, speziali o farmacisti molto noti anche al di fuori di Cittadella. Nel 1715, ad esempio, lo speziale cittadellese Alessandro Zambusi, abilitato dal Senato Veneto a “dispensare li suoi rimedi”, era molto apprezzato a Venezia, ma dovette aspettare tre anni, dal 1727 al 1730, per vedere accettati tre suoi rimedi, dopo un’opportuna sperimentazione da parte dei medici dell’ospedale veneziano di San Servolo. Nel 1737 a Cittadella erano presenti almeno due spezieri, le cui insegne sono arrivate fino ai nostri giorni: la farmacia “Alla Fama” diretta da Silvio Benazzato e quella “Allo Spirito Santo” di Francesco Bortoli.
Un’altra farmacia senza insegna era condotta da Francesco Baldi. Nel 1770 “Alla Fama” è diretta da Giuseppe Comino, mentre “Allo Spirito Santo” si trova Giacomo Todeschini. Verso la metà dell’Ottocento della prima farmacia è proprietario e conduttore Antonio De Munari, il primo presidente della Società Operaia di Mutuo Soccorso, assessore comunale, attivo anche nella Società Filarmonica e nella gestione del Teatro Sociale. Il De Munari fu inventore tra l’altro di un portentoso febbrifugo dagli esiti contrastanti, visto che ebbe numerosi entusiasti sostenitori ed altrettanti feroci detrattori. Al De Munari succederanno i fratelli Cegan che acquisiranno anche la farmacia “Allo Spirito Santo”.
Altri farmacisti attivi in questo periodo furono Angelo Motagnoli, Angelo Zanon e Andrea Avogadro, al quale succederà Giuseppe Collavo. Tutti svolgeranno la propria attività nei palazzi del Centro e dei Borghi.
Il palazzo dove aveva sede “Alla Fama”, già Zanon, quindi Cegan e poi Scalco per tutto il ‘900 e adesso della famiglia Carmignoto, attuali proprietari e gestori della farmacia, conserva al suo interno, nella zona abitata dalla famiglia un pregevolissimo affresco, scoperto negli anni ’60 del secolo scorso durante una ristrutturazione degli spazi interni.
Vi è ritratta la Madonna col Bambino. L’affresco, rivelatosi subito di alta qualità e di pregevole fattura, viene attribuito ad un anonimo pittore del Cinquecento, che si attarda tuttavia su moduli della scuola quattrocentesca di Filippo Lippi.