Un anonimo mecenate salva 2 quadri di San Giuseppe

Sono tornati in Duomo una raffigurazione del ‘600 e una del secolo scorso
In entrambe le opere lo sposo di Maria appare con il Bambino Gesù in braccio

Due quadri di San Giuseppe che tornano a nuova vita, una raffigurazione del ‘600 ed una di oltre un secolo fa, pezzi di storia che tornano a disposizione delle persone, recuperati dal magazzino della parrocchia di Cittadella. Ad annunciare il recupero, che ha avuto un supporto decisivo di un mecenate locale, è stato don Luca Moretti, pastore della comunità del Duomo di Cittadella.
“In occasione dell’anno dedicato a San Giuseppe sono stati valorizzati, dal magazzino della parrocchia, due quadri raffiguranti San Giuseppe. Un’immagine del XVII secolo e una più recente degli inizi ‘900. In entrambe le opere San Giuseppe viene raffigurato con il Bambino Gesù in braccio” spiega don Luca. “Nei mesi scorsi un benefattore, che chiede di rimanere anonimo, si è offerto di farle risistemare a spese sue. Da venerdì 19 marzo possiamo ammirarle in Duomo, dove rimarranno esposte in questo anno di San Giuseppe”, sottolinea il parroco. Più che il pregio artistico, rileva la dimensione simbolica: “Sono opere rimaste un po’ in secondo piano e in quanto opere minori non hanno trovato spazio nel Museo Parrocchiale ultimato in questi mesi”, aggiunge don Luca, “lo stesso San Giuseppe è stato da Papa Francesco indicato come l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta, nascosta. Assieme ad una statua lignea che trovano spazio in Duomo vicino alla sacrestia, testimoniano una devozione locale radicata nei secoli. Saranno esposte non solo per i parrocchiani o i visitatori che fossero interessati all’aspetto artistico, ma specialmente per invitare alla preghiera”. L’arte e il Duomo hanno trovato un suggello importante con il progetto del Museo, inaugurato alla fine dello scorso anno, a ridosso del palazzo delle Associazioni lungo via Marconi, tra la chiesa principale e Porta Treviso. La gestione spetta al municipio, la convenzione con la parrocchia dura sei anni. Don Luca ha ricordato che “l’idea di valorizzare il patrimonio artistico accumulato nei secoli nacque con don Luigi Rossi che, con un gruppo di volontari, andò a costituire un museo che vide la propria prima sede nel campanile”. La Cena in Emmaus di Jacopo da Ponte del 1537 è senz’altro l’opera più significativa della pinacoteca del Duomo. Il percorso artistico inizia nel 1400 ed arriva alle opere del secolo scorso. “Andiamo a percorrere quasi sei secoli di storia, di arte, di cultura”.