Patrimonio medievale: la mappa dei “gioielli”

Il Padovano custodisce una miniera turistica fatta di borghi, cinte e bastioni. La fortezza più conservata a Valbona, le “regine” sono Montagnana e Monselice. Castelli, cittadine murate, torrioni e chilometri di merlature: Padova e provincia custodiscono un tesoro medievale inestimabile fatto di fortezze, cinte murarie e bastioni. La parte del leone non può farla che Padova. Il capoluogo ne ha più di una, di cinta muraria. Una parte, quella formata dai bastioni, è ben visibile e si può anche in parte visitare. Quella più antica è stata invece inglobata nel tessuto urbano. Del fortilizio interno resta ben poco, a parte la torlonga e lo spiazzo di quello che i padovani chiamano ancor Castello. L’esempio di fortificazione medievale maggiormente conservato in provincia di Padova è rappresentato dal castello di Valbona, frazione di Lozzo Atestino appollaiata fra i colli Euganei e il Vicentino. Il castelletto è integro e fino a poche settimane fa ospitava un ristorante. È stato anche sede dell’associazione Ghost hunters Padova e gli acchiappa fantasmi padovani hanno svolto numerose ricerche sugli spettri che si dice infestino il maniero. Perfetto, pur se di dimensioni contenute, pure il castello di San Martino della Vaneza a Cervarese Santa Croce. Il fortilizio, costruito in vista del Bacchiglione, ospita due antichissime piroghe in legno e un museo dei fiumi veneti. È visitabile ed anche punto di partenza per biciclettate elettriche fra colli e cantine. Di alto spessore è il Catajo, austero castello che sorge a ridosso del centro abitato di Battaglia Terme. Possedimento austriaco sino alla fine della Grande guerra, il Catajo è circondato da un parco immenso nel quale trova spazio pure un villaggio abbandonato. Di recente è stato acquisito da un imprenditore che lo sta trasformando nel fulcro delle attività culturali della celebre zona termale. A Due Carrare, in vista dell’autostrada e del casello, sorge il castello di San Pelagio. È stato in parte trasformato in residenza nobiliare, ma mantiene la conformazione “castellana”. Nel parco sono esposti molti cimeli della storia dell’aviazione, dato che proprio da San Pelagio partivano le missioni aeree della Prima guerra. Il 9 agosto del 1918 è partito dal campo di volo il celebre Volo su Vienna di Gabriele D’Annunzio. Nell’Alta Padovana Cittadella conserva integra la sua cinta muraria, che è in gran parte visitabile. Un chilometro e mezzo di poderose mura medievali, alte in media 14 metri e dotate di torri che arrivano fino a 30 metri. Il camminamento di ronda è quasi tutto percorribile.La regina dei castelli della provincia è Montagnana, il cui centro storico è racchiuso in una cinta poderosa lunga due chilometri. Le mura montagnanesi, baluardo contro il potere scaligero, costituiscono uno degli esempi più pregevoli di architettura medievale militare in Europa: il complesso di castel San Zeno è addirittura trecentesco. Anche Monselice ha il suo castello. Anzi, i suoi castelli: sulla sommità della Rocca si possono visitare i ruderi del mastio federiciano, le cui mura arrivano fino alla cittadina sottostante. In centro storico, abbarbicato sulla collina, c’è invece il castello vero e proprio. Aperto al pubblico, è un vero museo medievale di gran pregio.Chiude il trittico delle cittadine murate della Bassa Padovana la bella Este, che conserve l’intera cinta muraria trecentesca. Vi è stato ricavato un giardino, che è per gli atestini il polmone verde della città. Sono visitabili il mastio sommitale, dal quale si gode una gran bella vista della pianura, e il castelletto del soccorso. Nell’ala moderna è stato ricavato il museo nazionale atestino, il più importante sulla civiltà dei Veneti antichi. Sempre a Este sorge il fortino del ponte della Torre, sulla strada per Montagnana.