Palazzo Pretorio torna all’antico sfarzo

Oggi si svela il restauro
Ripuliti gli affreschi originali sulle facciate dell’edificio
Oltre mezzo milione di euro investiti nel recupero

Palazzo Pretorio restituito ai cittadellesi con la bellezza dei suoi affreschi. Le facciate esterne della splendida struttura di via Marconi, a due passi da Porta Treviso, verrano inaugurate oggi alle 11.30 con la presenza del sindaco Luca Pierobon.
Un restyling che ha avuto bisogno di un investimento di oltre mezzo milione di euro; i lavori di restauro hanno interessato le facciate nord, est e ovest del palazzo cuore della cultura locale. L’intervento ha visto la pulitura, il consolidamento degli intonaci esistenti, nonchè il recupero e restauro degli affreschi: interventi eseguiti da Paolo Pecorelli, usando bisturi e spazzolino, con la cura del caso.

Ventiquattro anni fa
Oggi arriva idealmente a compimento la storia del recupero, che si snoda in oltre vent’anni: era il 1995 quando la Sovrintendenza, dopo gli apparati decorativi interni, avviava anche il recupero della facciata sud.
In quella circostanza, siipotizzò la presenza di dipinti esterni lungo le altre facciate e così, sulla base di una foto del 1927 che rappresentava la facciata principale e la facciata ovest con segni di un reticolo geometrico, è iniziato lo scorso anno il restauro dei tre prospetti mancanti.

I fregi medievali
E la decorazione affrescata- risalente al tardo ‘400- è emersa in quantità ben superiore alle attese. Le quattro facciate sono scandite da grandi lacunari bianchi centrati da una rosa stilizzata incorniciata da una fascia rettagolare. “La datazione del ciclo pittorico” questa la valutazione del restauratore, “può essere determinata dalla presenza di stemmi araldici della famiglia Sanseverino ripetuti in maniera quasi ossessiva”.
Palazzo Pretorio nacque dalla volontà delle famiglie dei Sanseverino, oltre che dei Malatesta, signori di Cittadella alla fine del Quattrocento e agli inzi del Cinquecento; residenza signorile, oltre agli affreschi sia esterni che interni, si distingue anche per il portale d’ingresso in marmo rosato di Verona; sede anche delle carceri nel periodo della dominazione austro-ungarica, ospita al piano nobile esposizioni temporanee di opere d’arte moderna e contemporanea. Questi ultimi lavori sono durati un paio d’anni e hanno richiesto un investimento complessivo di 530 mila euro: 300 mila sono arrivati dalle casse comunali, mentre la Fondazione Cariparo ha fatto il resto con 230 mila euro. Nei mesi scorsi il cantiere è stato aperto non solo agli esperti del settore, ma pure ai cittadini che hanno potuto salire sulle impalcature e visionare da vicino gli affreschi, sfiorandoli ed approfondendone la storia. “Cento persone hanno apprezzato l’iniziativa, compresi 24 studenti del Fanoli”, osserva il vicesindaco Marco Simioni.