Capitale italiana della cultura: Cittadella rinuncia a candidarsi

Era stata l’unica realtà della provincia di Padova – a fine luglio – a candidarsi al titolo di “Capitale italiana della cultura”. Ma ora è arrivato il contrordine, e si punta solo a primeggiare a livello regionale.Cittadella getta la spugna: «Troppo oneroso il piano richiesto a livello nazionale per competere, e viste le altre candidature abbiamo deciso di rinunciare», ammette il sindaco Luca Pierobon. A più di qualcuno il tentativo della città murata era sembrato sproporzionato, dovendosela vedere con realtà di prestigio assoluto, da Viareggio a Siracusa. Si era quindi trattato di una operazione di marketing politico in vista delle amministrative? Pierobon taglia corto sull’obiezione: «L’idea era nata con le celebrazioni degli 800 anni, semplicemente questo. Mossa elettorale? I numeri delle urne parlano da soli».Cittadella era fra le 24 città italiane che hanno presentato la manifestazione d’interesse al Ministero della Cultura per partecipare al titolo per l’anno 2024. In Veneto, con Cittadella, ci sono messe in lizza anche un capoluogo, ovvero Vicenza, e poi la trevigiana Asolo e la veneziana Chioggia. Dove si è fermata la spinta cittadellese? Ogni città deve presentare il proprio progetto che viene sottoposto alla valutazione di una commissione di sette esperti di chiara fama nella gestione dei beni culturali.L’analisi del primo cittadino: «Abbiamo visto le candidature, effettivamente era molto difficile competere. Poi ci siamo confrontati con i nostri esperti sui temi culturali: ci sarebbe stato da affrontare un dispendio economico da decine di migliaia di euro. Troppo». Sono stati fatti dei tentativi di mettersi in rete: «Abbiamo scritto alla Regione con altre città chiedendo un finanziamento per affrontare la sfida». Non sono arrivati riscontri significativi.La città vincitrice, grazie anche al contributo statale di un milione di euro, può mettere in mostra, per il periodo di un anno, i propri caratteri originali e i fattori che ne determinano lo sviluppo culturale, inteso come motore di crescita dell’intera comunità. Il titolo di Capitale Italiana della Cultura è nato dalla vivace e partecipata competizione che culminò il 17 ottobre 2014 nella designazione di Matera Capitale Europea della Cultura 2019. Una rinuncia amara per Cittadella, eppure razionale: il gioco non vale la candela: «In futuro potremmo ripresentarci con altri comuni come Bassano, Castelfranco, Marostica, Asolo», sottolinea Pierobon. E adesso? Le ambizioni si ridimensionano e si prova a giocare la partita regionale: con protocollo di inizio ottobre il primo cittadino ha presentato l’istanza per diventare “Città veneta della cultura 2021”. A Venezia è stato presentato un programma articolato, diviso in 7 azioni: per rendere Cittadella “accogliente e inclusiva”, promuovendo la fruibilità delle mura anche attraverso visori in 3D e strumenti tattili; si andrà poi ad implementare la collaborazione con Curia, Fondazione Palazzo Pretorio e mondo dell’impresa; una nuova mostra su Michele Fanoli e Antonio Canova; una ulteriore mostra sull’incontro fra la città murata e quella di Salonicco; e poi eventi culturali in senso ampio per attirare giovani, sportivi, famiglie con bambini. In questo caso il contributo che si potrà ottenere sarà di 100 mila euro. –Silvia Bergamin