Buon esordio per “La Banda del Buffardello”

Atmosfera da gloriosi, gaudenti e spensierati anni ’80 venerdì sera a Cittadella per la prima veneta de “La Banda del Buffardello e il manoscritto di Leonardo da Vinci”, film che vede nel cast il re di “Colpo Grosso” Umberto Smaila e uno dei volti comici più noti d’Italia, ovvero Pippo Franco. Il mattatore del Bagaglino al Cinecentrum ha introdotto la proiezione del lungometraggio, andando a ripercorrere i fasti del grande cinema italiano, dal neorealismo alla magia popolare del genio di Federico Fellini, passando per il ricordo di una sua collaborazione con il maestro Michelangelo Antonioni. In sala – per la pellicola prodotta da App Movie Srl – c’erano anche l’assessore al commercio Filippo De Rossi, il regista trevigiano Mario Chiavalin e una delle figure iconiche della tv italiana, Cesare Ragazzi, leader della cura per i capelli che nel film interpreta un maresciallo dei carabinieri. Sceneggiato dal giornalista e scrittore Luca Arnau, nel cast spiccano pure Maurizio Mattioli e Max Cavallari dei Fichi d’India. Il genere è quello della commedia noir: si fanno apprezzare le musiche originali che scandiscono i passaggi, dando ritmo alla narrazione. E Cittadella compare in alcune scene, con gli esterni e gli interni della Chiesa del Torresino, appena dentro Porta Padova. Una storia che fa ridere, che mescola gag e situazioni, apprezzata – sia pur con una punta di amarezza – dagli amanti di un certo tipo di cultura popolare. Sullo sfondo, la nostalgia per una fase della storia italiana caratterizzata da spensieratezza e goliardia. «Questa è una storia di persone sconfitte. Sconfitte dalla vita, dall’amore, da sogni non realizzati e solo sfiorati», le parole del regista, «da un’età che avanza inesorabile e che porta verso l’oblio. Persone che, grazie a una truffa ingegnosa e a un pizzico di fantasia, riusciranno a esaudire i loro desideri nascosti». La storia: Aldebrando Testori (Smaila) è l’organizzatore della banda, un editore squattrinato che decide di creare un falso manoscritto di Leonardo da piazzare all’asta. Fra i collaboratori avrà Amedeo Tornabuoni (Franco), professore di fisica geniale, ma costretto dalle circostanze a insegnare in una classe di ripetenti. Personaggi improbabili si intrecciano, si cerca di clonare il clima da “I soliti ignoti”, la truffa sembra andare in porto, quando tutto rischia di andare a monte. –Silvia Bergamin